La pioggia che mi cade addosso è come un mare di cui non so dire. Trasforma gli angoli in spazi aperti dai confini incerti, scivola via come se non potesse entrare in intimità con nessuna superficie conosciuta, crea pozze che non sanno se allargarsi come paludi o farsi mangiare dal sole.
La pioggia che mi cade addosso, che è mare e palude e vuole e non vuole, diventa violenta se si scontra con la smania mia di dire "io", acida scortica l'ingenuità del mio desiderio di potere essere una, conoscibile, gestibile, inconfondibile. Pioggia che si beve il mio - io sono io - per risputarla fuori come una traccia umida tra altre mille.
La pioggia che mi cade addosso, che è mare e palude e vuole e non vuole, diventa violenta se si scontra con la smania mia di dire "io", acida scortica l'ingenuità del mio desiderio di potere essere una, conoscibile, gestibile, inconfondibile. Pioggia che si beve il mio - io sono io - per risputarla fuori come una traccia umida tra altre mille.